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Il contributo della citizen science alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali



I sistemi biologici e fisici del nostro pianeta stanno subendo rapidi tassi di cambiamento in quanto l’impatto delle attività umane sta diventando ubiquitario. Fattori stressanti come l’urbanizzazione, la deforestazione, la conversione delle terre in terreni agricoli e il cambiamento climatico forzano la capacità dei sistemi naturali di sostenere la vita e compromettono l’esistenza di molte specie. Le strategie di conservazione richiedono la conoscenza della distribuzione di specie, ma anche specie ben conosciute possono modificare negativamente la loro distribuzione geografica in risposta al cambiamento climatico. Inoltre le opere di conservazione di successo devono concentrarsi maggiormente sulle dinamiche ecologiche ed aggiungere i fattori sociali, culturali e politici che influenzano gli ecosistemi naturali.


Che cos’è la citizen science?


Possiamo descrivere la citizen science come la pratica di coinvolgere le persone, i cittadini in un progetto scientifico che produca dati ed informazioni affidabili utilizzabili da scienziati o enti decisori e che sia aperto allo stesso sistema di peer review applicato alla scienza convenzionale. Fatto salvo per la partecipazione di volontari, la citizen science è indistinguibile dalla scienza convenzionale condotta da scienziati ed eseguita da una miscela di scienziati professionisti e tecnici retribuiti o studenti. Prima che la scienza emergesse per la prima volta come una professione, volontari non professionisti appassionati conducevano ricerca scientifica e fornivano contributi chiave per capire il clima, l’evoluzione, la geologia, l’elettricità, l’astronomia ed altri fenomeni. La rivoluzione tecnologica dell’informazione, l’avvento di internet e lo sviluppo di strumenti tecnologici mobili forniti di telecamere e altri sensori hanno incrementato molto la capacità della citizen science, determinando un incremento di utilizzo nelle pubblicazioni peer-reviewed dei dati ottenuti da questo modo di fare scienza. Le persone possono adesso accedere, immagazzinare, gestire, analizzare e condividere una grande quantità di dati e comunicare le informazioni rapidamente e facilmente. La citizen science può essere utile per affrontare importanti sfide di conservazione (1) rendendo possibili ricerche scientifiche che non sarebbero altrimenti fattibili per la portata o per altre ragioni pratiche e (2) incrementando il coinvolgimento della comunità nell’aiutare a prendere delle decisioni. La migliore scienza non proviene necessariamente dalla migliore pubblicazione scientifica peer-reviewed con progetti e conclusioni più robusti; piuttosto è la migliore informazione scientifica disponibile per rispondere ad una specifica domanda. Ad esempio i “cittadini scienziati” possono essere coinvolti negli studi di monitoraggio. Possono monitorare l’andamento, nello spazio e/o nel tempo, di uno o più componenti di un ecosistema. Possono rispondere a domande come “Questa specie è presente?” “Quanti individui appartenenti a questa specie ci sono?”. La citizen science può inoltre monitorare le funzioni di un ecosistema e rispondere, per esempio, a domande come “Questo processo sta accadendo adesso?”


Quali sono i limiti della citizen science nel raggiungimento degli obiettivi della scienza?


Molti progetti scientifici non sono appropriati per la citizen science. Il fattore più comune limitante la partecipazione volontaria in un progetto scientifico è l’abilità dei volontari addestrati di contribuire significativamente alla scienza. Le domande, i metodi e le analisi a volte richiedono una conoscenza specifica, formazione, equipaggiamento e impegno di tempo che rendono la citizen science inefficiente o impraticabile. I volontari possono non aspettarsi di usare strumenti analitici sofisticati o di partecipare ad attività che richiedono un ampio addestramento o una certificazione. In generale, più semplici sono i metodi, più facile è coinvolgere volontari nella raccolta di dati di elevata qualità; compiti semplici rendono anche più fattibile l’incremento del numero di collaboratori e più facile mantenere una raccolta di dati di elevata qualità. I progetti di citizen science possono potenziare un flusso bidirezionale di informazioni tra il pubblico, gli scienziati che si occupano di conservazione, i gestori delle risorse naturali e le organizzazioni politiche ambientali. Quando gli “scienziati cittadini“ sono coinvolti in una ricerca che riguarda questioni locali di conservazione, può intensificarsi la relazione tra loro e l’ambiente in cui vivono. Gli “scienziati cittadini” possono diffondere il sapere tra i loro amici, la loro famiglia ed i colleghi condividendo le loro attività di citizen science e discutendo delle questioni a loro care attraverso un’ampia gamma di social network. Attraverso la citizen science, i partecipanti possono imparare come si fa scienza, e come essa contribuisce alla conservazione, alla gestione delle risorse naturali, al processo decisionale ambientale e può essere un’esperienza forte e trasformativa. Coinvolgere un maggior numero di persone nella scienza può implementare la nostra conoscenza dei sistemi della Terra e trovare soluzioni culturalmente e politicamente praticabili per risolvere i problemi. La citizen science non è una panacea ed ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere meglio come essa possa dare risultati. In ogni caso rappresenta un’opzione promettente per affrontare cambiamenti importanti nel campo della biologia di conservazione, nella gestione delle risorse naturali e nella protezione ambientale.

Referenza:

Duncan C. McKinley, Abe J. Miller-Rushing, Heidi L. Ballard, Rick Bonney, Hutch Browna, Susan C. Cook-Patton, DanielM. Evans, Rebecca A. French, Julia K. Parrish, Tina B. Phillips, Sean F. Ryan, Lea A. Shanley, Jennifer L. Shirk, Kristine F. Stepenuck, Jake F.Weltzin, AndreaWiggins, OwenD. Boyle, Russell D. Briggs, Stuart F. Chapin III, David A. Hewitt, PeterW. Preuss, Michael A. Soukup. (2017) Citizen science can improve conservation science, natural resource management, and environmental protection. Biological Conservation Volume 208, pages 15–28.

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