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UMANI NEL CRETACEO

Gli uomini hanno mai camminato a fianco dei dinosauri?


Secondo la scienza ufficiale i dinosauri si sono estinti 66 milioni di anni fa a causa dell'impatto di un asteroide dal diametro di circa 10-12 km con la Terra e il primo membro del genere Homo di cui si hanno evidenze risale a 2,3 milioni di anni fa. Come si può notare vi è una differenza di circa 63,7 milioni di anni tra i due eventi rendendo il cartone animato dei Flinstones (gli antenati) scientificamente inaccurato. Ciò nonostante, ci sono delle persone che credono che gli uomini abbiano camminato a fianco ai dinosauri: i creazionisti che interpretano la Bibbia letteralmente.

Le Sacre Scritture per la maggior parte di coloro che credono nelle religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam) hanno un valore morale e spirituale e quasi mai scientifico. Infatti, la Bibbia è piena di imprecisioni scientifiche. Quella su cui si basano i creazionisti si colloca tra i versetti 1,24 e 1,31 della Genesi quando Dio creò gli animali (inclusi i dinosauri) e gli uomini il quinto giorno. Questa affermazione però crea molti problemi poiché obbliga molti creazionisti a cercare una spiegazione alla immensa quantità di fossili scoperte dai paleontologi. Ci sono molte teorie dalle più assurde (le ossa di dinosauri sono ossa di giganti) alle più complottiste (i dinosauri non sono mai esistiti). La teoria di cui andremmo a parlare è quella dei young earth creationist (ossia i creazionisti della terra giovane). Loro credono che in questi seimila anni (poiché questa è l’età stimata della Terra secondo la Bibbia) uomini e dinosauri abbiano vissuto insieme per un periodo di tempo, adducendo come prova delle impronte fossilizzate nella valle del fiume Paluxy in Texas. Infatti, in questa formazione di calcare del cretaceo (periodo che va da circa 145 a circa 66 milioni di anni fa) ci sono diverse impronte di dinosauri e alcune presunte orme umane.

Andando ad analizzare le impronte gli studiosi ne hanno distinto due tipi: i sauropodi e i tridattili. Le prime sono tra le impronte meglio conservate di Brontopodus (un termine che comprende tutte le impronte di Dyslocosaurus) ed avendo una lunghezza massima di un metro son abbastanza difficili da confondere con quelle di un umano. I problemi sorgono quando andiamo ad analizzare le impronte tridattili. Esse sono state impresse da terapodi e da ornitopodi che differiscono per grandezza e tipo di locomozione. Infatti, gli ornitopodi hanno orme più piccole e marcano parte del metatarso dando una forma allungata alla traccia. Inoltre, per qualche ragione in alcune tracce le dita sembrano sparire dandole una forma umanoide. Perciò non c’è da sorprendersi se tutte le presunte orme di piede furono trovate nelle impronte di ornitopodi.

Un altro fenomeno che può ingannare un distratto osservatore è la pareidolia, ossia quel processo psichico consistente nella elaborazione fantastica di percezioni reali incomplete, non spiegabile con sentimenti o processi associativi, che porta a immagini illusorie dotate di una nitidezza materiale (definizione della Treccani). In poche parole, quel processo che trasforma nuvole in immagini famigliari e che trasforma questo :) in una faccina sorridente. Questa illusione ottica si può notare quando si osservano le immagini proposte dai creazionisti. In questi siti (Bible.ca) troviamo delle impronte che sembrano molto umane, ma se viste con un’altra luminosità l’impronta cambia completamente. Un tracciatore conosce bene questo effetto. Molte volte capita che all’alba si vedano il doppio delle tracce che a mezzogiorno o quando si cercano dettagli, che non ci sono, in una impronta di scarpa solo perché vogliamo vedere un animale per forza.

Per concludere, grazie al tracciamento e ad un po’ di psicologia possiamo dire che non sono mai esistiti degli ominidi nel cretaceo che camminavano sulle impronte di ornitopodi per attuare lo scherzo a “lungo termine” più complesso mai visto. Inoltre, non si tratta di Fred Flinstone perché tutti sanno che lui si muoveva in macchina. Avrebbe marcato le ruote.



References:




Chi è Enrico Vitali?

Sono Enrico Vitali, uno studente al Maastricht Science Programme in Olanda. Sono sempre stato un appassionato della natura e quando ho tempo cerco sempre di fare qualche passeggiata in bosco. Ho iniziato molto presto ad appassionarmi di tracce e segni con CyberTracker Italia ed ho avuto la possibilità di essere valutato secondo questo standard sia in Italia che nella penisola iberica.

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