top of page

Intervista sulla metodologia CyberTracker

Chi è José María Galán?
























José María Galán è Guida del Parco Nazionale di Doñana (Spagna). È stato un collaboratore diretto del professor D. José Antonio Valverde [1] dal 1993 al 2001. È specialista Tracker, “Senior Tracker” [2] ed esaminatore ufficiale dell’area mediterranea per CyberTracker Conservation [3]. Ha maturato una vasta esperienza nel monitoraggio della fauna selvatica in Asia, Africa e in tutte le Americhe, dalla costa occidentale degli Stati Uniti al Perù. Tra le sue pubblicazioni, vale la pena menzionare la guida di “Tracce e segni della Fauna di Doñana” e le “Schede tecniche di tracce della Fauna Iberica”. Ha effettuato corsi di monitoraggio per l'OAPN del Ministero dell'Ambiente, SEPRONA, Ministero Regionale dell'Ambiente e a varie ONG.

Attualmente svolge un ruolo importante al servizio della lotta contro il bracconaggio internazionale.





1. Puoi parlarci del tuo lavoro e del ruolo del Parco Nazionale di Doñana nella conservazione in situ e internazionale?

Io come lavoro faccio la guida del Parco Nazionale di Doñana (Spagna) dal 1992. La funzione di una guida può fungere da collegamento tra persone, visitatori, centri educativi e divulgare il lavoro di conservazione e ricerca al pubblico in generale, alle famiglie, agli amici, agli anziani, ecc.

Ma il ruolo internazionale del Parco Nazionale di Doñana è sempre maggiore dato che è diventato un Patrimonio dell'Umanità per due motivi: un patrimonio culturale e un patrimonio naturale.

In tutto il pianeta ci sono pochissimi parchi nazionali che hanno questa classificazione e oltre a queste, abbiamo degli obblighi. L'impegno internazionale è di sostenere e aiutare altre azioni simili, che è quello che sto facendo ora con il "Piano d'azione per combattere il traffico di specie" [4].



2. Quale pensi sia la chiave per essere un buon “tracker”?

All’inizio curiosità, naturale curiosità. Farsi domande, sapersi porre domande e praticamente sentire quel piacere di scoprire da solo la risposta a quella domanda. Quelle domande di solito hanno un'associazione con la natura; possono essere segni, impronte, specie, escrementi, qualsiasi cosa fornisca informazioni dirette, non tergiversate.

A differenza dell'umano, la natura non ha un'intenzione, lascia un'impronta ma quella traccia non ha un fine come la parola che può essere quella di alterare la realtà o ingannare.

Quindi la mia opinione è questa oltre al fatto di andare senza pregiudizi in natura. Immaginarti quali specie ci sono in un’area o quali non ci sono, in un dato momento potrebbero renderti cieco a nuove realtà.



3. Sei un “Senior Tracker”; potresti parlarci della tua lunga esperienza come tracker?

La mia prima esperienza di tracking è stata da bambino con i ranger del parco che hanno visitato la nostra scuola e successivamente noi abbiamo visitiamo il Parco Nazionale di Doñana (Spagna) e da quando avevamo 10-12 anni abbiamo iniziato a fare giochi con le impronte.

Il tema è che qui a Doñana il terreno è sabbioso con abbastanza umidità, con abbastanza fauna e le tracce sono molto abbondanti e tutti volevamo essere come i ranger che ci insegnavano questi animali.

Professionalmente da quando ho iniziato a lavorare a Doñana dal 1992 sono ritorno a recuperare quell'interesse lasciato per la conoscenza delle impronte e delle tecniche locali e in seguito più ancestrali.

Purtroppo iniziando dagli anni 70'-80' del secolo scorso, iniziarono ad esserci meno guardie che sapevano come tracciare nella nostra zona e negli anni '90 ne rimasero solo 4 o 5. Io mi sono incontrato con loro, e dopo aver ascoltato i loro racconti di storie dei loro vecchi antenati su cose che noi non sapevamo più, come ad esempio come differenziare un maschio e una femmina di tasso (Meles meles) attraverso l'impronta, etc; mi hanno consigliato di ascoltare ed apprendere il loro sapere ed ho fatto una prima guida sulle impronte del Parco Nazionale di Doñana; di seguito ho contattato Louis Liebenberg e ho iniziato una serie di piccoli viaggi in Africa che ogni volta si sono fatti più lunghi, infine con Boschimani e attualmente con Pigmei.

L'intenzione è quella di recuperare il Patrimonio Ancestrale Immateriale che ci siamo dimenticati e il suo successivo utilizzo può essere di azione contro il bracconaggio internazionale, ma anche la sensibilizzazione con quei bambini, che tutti siamo stati e con quelle guardie che già sensibilizzarono le nuove generazioni nel pensiero più gentile verso la natura.


Il livello di “Senior Tracker” l’ho ottenuto dopo 15 anni di dedizione, andando e tornando dall’Africa, dopo 3 esami svolti per ottenerlo e infine quando non volevo ottenerlo, che ero già esausto, dato che un esame consiste nel cercare tracce di rinoceronte o leone e arrivare fino a vederlo, quando già non si vuole ottenere il livello, succede che ti rilassi, vengono rimosse tutte quelle tensioni e fluisci: in quel flusso è quando raggiungi il livello di “Senior Tracker”.




4. Sei un esaminatore per lo standard CyberTracker nell'area mediterranea; Qual è l'importanza di questa certificazione?

Bene come sai anche tu (Carmelinda Giannone), avendolo già sperimentato (dato che sei un livello III secondo lo standard CyberTracker) e anche Toni Romani che ha molta esperienza ed è il primo che ha iniziato tutto questo nel centro del Mediterraneo (Italia e Alpi); lo standard è utile per due domande:

-la prima e la più importante è quella per sapere quale livello hai, in base al riferimento che ti definisce lo standard.

-la seconda è la crescita interiore; combattere contro la tua paura e combattere contro le tue preoccupazioni. E’ come dire che è al tempo stesso uno strumento di crescita e uno strumento importante per continuare ad andare avanti e imparare a tracciare.



5. Quali sono le caratteristiche importanti per identificare una pista o una traccia?

Una pista o una traccia è un'anomalia, una perturbazione in una superficie che può essere coperta di neve o sabbia o erba o vegetazione, ma può anche essere in un tronco: è come dire che qualsiasi cosa che spicchi e che si distingua da tutto ciò che sta intorno può essere considerato una perturbazione. Se questo disturbo ha una serie di elementi che la rendono comune, che si ripete ad una certa distanza e si osserva un pattern, allora saremo davanti ad un’impronta o ad una traccia.

Molto recentemente, in Gabon, è stata scoperta una traccia in una roccia fossile [5], una ‘paleoicnita’, che ha 2100 milioni di anni, il che significa che i primi organismi che si sono mossi sulla Terra, sono molto più vecchi di quanto credevamo. È stato scoperto da una squadra di studiosi francesi e quella traccia corrisponde a qualcosa di simile a quello che oggi sono le lumache.



6. In un’intervista che ti hanno fatto, al programma radiofonico "La foresta abitata - Contro la defaunacion/ defaunizzazione [6]" hai parlato di "Silenzio Perpetuo", puoi descrivere cosa sarebbe?

Quel silenzio perpetuo è un effetto della defaunizzazione che sarebbe l'estrazione di massa della fauna all'interno della foresta.

Per un po' la foresta sembra completamente silenziosa, gli animali non si sentono, gli animali non si vedono, non ci sono tracce di animali ma succede che nel tempo, dopo due-quattro-cinque-sei anni iniziamo a notare che ci sono molte piante che muoiono, che scompaiono, altre che non si riproducono, altre che in realtà terminano di vivere a causa di diverse malattie, parassiti, etc.

Vale a dire che il silenzio perpetuo, allo stesso modo che succede ad altri tipi di silenzi, genera perdita di biodiversità, è un modo per rilevare la perdita di biodiversità nelle foreste.



7. Secondo te come possiamo affrontare la "defaunación/defaunizzazione”?

Credo che la sfida sia ancora in sospeso: agire, agire e agire. Non è solo una questione di buone emozioni, di buoni sentimenti, di dichiarazioni. È tempo per noi di agire, non abbiamo più molto tempo per ritardare le azioni.

Agire su cosa? Riguardo al coordinamento tra scienza e tecnologia e politica, noi cittadini modificando le nostre abitudini di consumo in modo che siano i più rispettosi verso la natura. Rafforzare i messaggi verso un ambiente educativo è molto importante ed insisto, come ho affermato precedentemente in un’altra risposta, credo che l'istruzione sia la chiave in tutto questo, rafforzando la sensibilizzazione ambientale in tutte le sfaccettature dei programmi educativi, non solo a livello di scuola primaria, ma anche a livello di istruzione secondaria ed universitaria.

Per ultimo qualcosa di molto semplice, dobbiamo essere più umani; a volte mi chiedo perché sia così difficile per noi umani essere più umani.



8. Ci parleresti del tuo concetto di "defaunación/defaunizzazione"?

La "defaunación/ defaunizzazione " è una parola che non esiste nel dizionario castigliano, una parola simile è la deforestazione. Ma noi abbiamo già proposto alla Real Academia Española (RAE) [7] e anche ad un gruppo di giornalisti che inizino ad accettare questa nuova parola, che non esisteva perché non abbiamo mai pensato che saremmo riusciti a svuotare ecosistemi completamente dalla fauna e abbiamo proposto una serie di elementi comuni per definirla.

La "defaunación/ defaunizzazione " per noi sarebbe depredare un terreno di fauna; preferiamo utilizzare questa forma soprattutto nell’uso corrente che la variante "desfaunazione", che è anch’essa valida.

Allo stesso modo si può dire con il sostantivo derivato "de-faunar/ de-faunizzazione " e preferibilmente "de-sfaunar".



Secondo te, con le nostre azioni quotidiane come possiamo limitare la "defaunizzazione"?

Essere consapevoli di questa situazione non significa solo non comprare prodotti che provengono dal traffico illegale, questo è ovvio, ma anche essere selettivi al momento dell'acquisto di prodotti che provengono da animali selvatici di provenienza legale dal traffico legale. In questo senso, la questione del commercio dovrebbe essere molto più sensibile. Ultimamente in qualche posto qui in Europa, sono diventati di moda le scarpe che presentano pezzi di pelle del pitone reticolato del Borneo, come anche borse, portafogli, cinture, etc. Però dobbiamo anche pensare al consumo quotidiano eccesivo di qualcosa come può essere il cioccolato, dovuto al fatto che ultimamente la Cina, dal 2007-2008 ha iniziato a consumare grandi quantità di cioccolato, come noi qui in Europa; risulta che ci sono industrie, soprattutto belghe e francesi, che necessitano mantenere i prezzi del cioccolato e a causa loro ci sono zone dell'Africa e dell'America che con semplicità e leggerezza modificano la foresta, cambiano la zona di caccia per terreni agricoli.

A questo punto mi viene di porti una domanda: “cosa pensi sia peggiore per la natura un proiettile o un ettaro di broccoli?


Domanda super articolata e difficile da rispondere... Entrambi portano la natura allo stesso fine cioè alla perdita della biodiversità e ci conducono verso la distruzione e per usare una nuova parola, che da adesso in poi userò dato che racchiude in se anche la sensazione di vuoto, ci conducono alla “defaunizzazione”. [Carmelinda Giannone]



9. Che cosa consiglieresti ad un principiante che vorrebbe iniziare a studiare il mondo del tracciamento?

La cosa più importante è che se qualcuno ha delle inclinazioni, si fa domande e la sua curiosità è ampia, a questo punto potrebbe contattare un gruppo locale come il vostro, affinché gli indichi, più o meno, o che gli mostri cosa viene fatto con il monitoraggio nel XXI° secolo, quale tecnica seguiamo per l'osservazione delle impronte, l’analisi, arrivare alle conclusioni e poi condividere. Il tracciamento è basato molto sulla condivisione.

Quando si va in giro con i boschimani, e Toni Romani lo sa dato che siamo stati insieme a loro, di solito loro vanno in tre insieme e se volete fare una domanda ad uno dei tre, otterrete una risposta consensuale. Una sola risposta consensuale, loro dialogano per rispondere alla domanda e finiscono per darti un'unica risposta consensuale. Questo è qualcosa che dobbiamo imparare molto anche qui in Europa. In questo senso, il tracciamento non riguarda solo la ricerca dell'impronta, ma si basa sul dialogo e il consenso.














10. Nella tua lunga esperienza attorno al mondo, hai avuto l'opportunità di osservare molti animali selvatici, qual è il tuo animale preferito e perché?

I miei animali preferiti sono tutti ma in particolar modo mi piace il gruccione. Il gruccione nasce qui in Europa e si nutre in Africa, che è esattamente l'opposto di ciò che succede con l'attuale flusso migratorio.

È una specie di mediatore simbolico tra il colore che esiste in Africa e la risorsa che può esserci qui, specialmente nell'estate africana. L'Europa, in particolare la penisola iberica, è un punto d’incontro tra l'Atlantico e il Mediterraneo tra Europa e Africa. Quello è l’animale che mi piace, per il suo simbolismo e la sua bellezza, ha dei colori molto belli.


E l'impronta più bella che hai visto?

Sembra strano ma l'impronta più bella che ho visto è quella di un puledro appena nato e furono i suoi primi passi. Sono stati i suoi primi tre passi dopo il parto nella sabbia. Ho visto come aveva partorito, poi sono andati via e ho potuto osservare, dopo 4-5 ore, i primi passi di un nuovo essere vivente arrivato nel nostro intorno, in questo pianeta chiamato Terra ma che io insisto che dovremmo chiamare pianeta Vita.




Note:


2 “Senior Tracker” informazioni su Qualified Trackers

4 “Plan de acción de lucha contra el trafico de especies” maggiori informazioni

Per approfondimenti:

Traduzione e adattamento – Carmelinda Giannone

Un sentito ringraziamento a Beatriz Castedo

Intervista originale:

Quien es José María Galán?

Guida del Parco Nazionale di Doñana (Spagna). È stato un collaboratore diretto del professor D. José Antonio Valverde [1] dal 1993 al 2001. È specialista Tracker, “Senior Tracker” [2] ed esaminatore ufficiale dell’area mediterranea per CyberTracker Conservation [3]. Ha maturato una vasta esperienza nel monitoraggio della fauna selvatica in Asia, Africa e in tutte le Americhe, dalla costa occidentale degli Stati Uniti al Perù. Tra le sue pubblicazioni, vale la pena menzionare la guida di “Tracce e segni di fauna di Doñana” e le “Schede tecniche di tracce della fauna Iberica”. Ha dato corsi di monitoraggio all'OAPN del Ministero dell'Ambiente, SEPRONA, Ministero Regionale dell'Ambiente e a varie ONG.

Attualmente svolge un ruolo importante al servizio della lotta contro il bracconaggio internazionale.

1. ¿Nos puedes contar en qué consiste tu trabajo, y el papel del Parque Nacional de Doñana en la conservación in situ e internacional?

Mi trabajo es de guía desde el año 1992, estoy destinado aquí en el Parque Nacional de Doñana. La función de un guía puede servir de conexión entre los visitantes, los centros de educacion, y dar a conocer los trabajos de conservación e investigación al público en general, familiares, amigos, personas mayores, etc. Pero la proyección internacional de Doñana es cada vez mayor, puesto que es Patrimonio de la Humanidad por dos razones: es un patrimonio cultural y un patrimonio natural. En todo el planeta existen muy pocos Parques Nacionales que tengan esa categoría. Otras de la cosas que suceden es que tenemos compromisos. Nuestro compromiso internacional es apoyar y ayudar algunas otras acciones similares, que es lo que estoy haciendo ahora con el “Plan de acción de lucha contra el trafico de especies” [4]

2. ¿Cuál crees que es la clave para ser un buen rastreador?

En principio la curiosidad, curiosidad natural. Hacerte preguntas, saber questionarte preguntas, y sentir ese placer por descubrir por ti mismo la respuesta a esa pregunta. Esa pregunta suele tener relación con la naturaleza; pueden ser señales, huellas, especies, escrementos, etc, cualquier cosa que proporcione información directa, no tergiversada.

A diferencia con lo humano, la naturaleza no tiene una intencion, deja una huella, pero esa huella no tiene un fin como la palabra, que puede alterar la realidad o engañarnos. Así que mi opinion es esa, y tambien ir libre de prejuicio a la naturaleza, imaginarte qué especies hay en esta zona o cuales no, en algun momento pueda ser que te ciegues a nueva realidades.

3. Tú eres un rastreador senior; ¿nos podria contar acerca de tu larga experiencia de rastreador?

Mi primera experiencia de rastreo fue de pequeño, con los guardas del parque que hacían visita a nuestro colegio, y nosotros hacíamos visita al Parque Nacional, y ya desde pequeño con 10-12 años empezábamos a hacer juegos con huellas. La cuestión es que aquí en Doñana el terreno es arenoso, con bastante humedad, con bastante fauna, y las huellas son muy abundantes, y de pequeños todos queríamos ser como los guardas que nos enseñaban esos animales. Profesionalmente, desde que me vinculé a Doñana en 1992, volví a recuperar ese interés dejado por el conocimiento de la huella y las técnicas locales, y posteriormente más ancestrales.

Lamentablemente a partir de los años 70’-80’ ya cada vez, van quedando menos guardas que sepan rastrear en nuestra zona, y finalmente en los años 90’ prácticamente quedan 4 o 5 guardas. Me reuno con ellos, me cuentan historias de sus antepasados, historias que hablan de cosas que podían saber, que nosotros ya no sabemos, como diferenciar un macho y una hembra de tejón a través de la huella, etc. Me recomendaron que me pusiera a ello, e hice una primera guía de huellas de Doñana, y a partir de ahí contacté con Louis Liebenberg, y empezaron una serie de pequeños viajes a África, que cada vez fueron mayores, y finalmente contactamos con bosquimanos, y actualmente con pigmeos. La intención es recuperar el Patrimonio Ancestral Inmaterial de la Humanidad que hemos ido olvidando, y su posterior uso podrá ser la lucha contra el furtivismo international, pero tambien la sensibilización con esos niños, que todos fuimos, y con esos guardas que ya sensibilizaron nuevas generaciones, logrando un pensamiento más amable hacia la naturaleza.

El nivel senior lo conseguí después de 15 años de dedicación, yendo a África, volviendo, hice tres evaluaciones allí para conseguirlo, y finalmente cuando ya no quería conseguirlo, porque ya estaba agotado, ya que consiste en buscar huellas de rinocerontes o de leones, y llegar hasta conseguir ver el animal, cuando ya no quieres conseguir el nivel, resulta que te relajas, se te quita todas esas tensión, y directamente fluyes, y en eses fluir es cuando te dan el nivel de Senior Tracker.

4. Tú eres un evaluador del estándar de CT en el área del Mediterráneo; ¿cuál es la importancia de la certificación de CT? Bien, como tú sabes que ya has experimentado, ya que tú tambien eres Ct livel III, y Toni tiene mucha experiencia también, y es el primero que ha iniciado todo esto en el centro del Mediterraneo (todo lo que es Italia y Alpes), el estándar te sirve para dos questiones:

-la primera y más importante, sirve para saber qué nivel tiene, en función a la referencia que ese estándar te marca.

-la segunda es el crecimiento interior; luchar contra tus miedos, luchar contra tu inquietud, es decir, en sí es un instrumento de crecimiento y un importante instrumento para seguir avanzando y aprendiendo a rastrear.

5. ¿Cuáles son las características importantes para identificar una pista o una huella?

Una pista o una huella no deja de ser una anomalía, una perturbación en una superficie que puede ser cubierta de nieve, o de arena, o de hierba o de vegetacion, también puede estar en un tronco, es decir, cualquier cosa que destaque, que se diferencie de lo que está alrededor, puede ser una perturbación. Si esa perturbación tiene una serie de elementos que la hacen común, que se repite a cierta distancia, y se observa un patrón, entonces estaríamos ante un rastro o una huella. Hace muy poco creo que se ha descubierto, en Gabón, un rastro en una roca fósil [5], una paloicnita, que tiene 2100 millones de años, lo cual quiere decir que los primeros organismos que se movieron en la Tierra, son muy anteriores a lo que creíamos. Lo ha descubierto un equipo francés, y ese rastro se corresponde a algo parecido a lo que hoy son la babosas.

6. En una entrevista en el programa de radio "El bosque habitado - Contra la defaunación" [6] nos has hablado sobre "Silencio perpetuo", ¿puede describir lo que sería?

Ese silencio perpetuo es un efecto de la defaunación, que se debería a la extracción masiva de fauna del interior del bosque.

Durante un tiempo el bosque parece completamente silencioso, no se oyen animales, no se ven animales, no hay huellas de animales, pero sucede que con el tiempo, a los dos, cuatro, cinco o seis años empezamos a notar que hay muchas plantas que mueren, que desaparecen, otras que no se reproducen, otras que realmente terminan comidas por distintas enfermedades, por plagas, etc. Es decir, el silencio perpetuo, al igual que sucede con otros tipos de silencios, genera pérdida de biodiversidad, es una forma de detectar la pérdida de biodiversidad en los bosques.

7. Cómo afrontar la defaunación?

Yo creo que el reto que sigue pendiente es actuar, actuar y actuar, no es solo cuestión de buenas emociones, de buenos sentimientos, de declaraciones. Es época de que actuemos, no tenemos muchos más tiempo para dilatar la actuación. ¿Sobre qué? Sobre coordinación entre la ciencia, la tecnología y la politica, y nosotros los ciudadanos modificando nuestros hábitos de consumo, para que sea mucho mas respetuoso hacia la naturaleza. Fortaleciendo los mensajes en el entorno educativo, y muy importante e insisto, como he dicho en otra preguntas, creo que la educación es clave en todo esto, fortaleciendo la sensibilización ambiental en esta materia, en todas las facetas de los programas educativos, no solamente a nivel de educación infantil (párvulos), sino también a nivel de educación media e universitaria. Por ultimo algo muy sencillo, necesitamos ser más humanos, pero a veces me pregunto porqué resulta tan difícil para nosotros los humanos ser mas humanos.

8. Cuéntanos sobre tu concepto de "defaunación"?

La “defaunación” no existe en el diccionario castellano, lo parecido que hay es la deforestación. Pero hemos propuesto ya al diccionario de la Real Academia [7] y también al colectivo de periodistas, que se empienze a aceptar esta nueva palabra, que no existía porque nunca nos planteamos que podríamos vaciar ecosistemas completos de fauna, y hemos propuesto una serie de elementos comunes para su definición. La defaunación para nosotros sería despojar un terreno de fauna, y preferimos usar esta forma mayoritaria en el uso actual, que la variante “desfaunacion” que tambien es válida. Lo mismo cabe decir del sustantivo derivado “de-faunar” y preferibilmente “de-sfaunar”.

¿Cómo podemos con nuestras acciones diarias restringir la "defaunación"?

Tomar conciencia de ello no es solo no comprar producto que procede de trafico ilegal, que eso es obvio, si no también ser selectivo a la hora de comprar productos que provienen de la vida silvestre de origen legal, de trafico legal. En ese sentido la cuestión de comercio requiere ser mucho mas sensible; se pone muy de moda ahora en algunos sitio de aquí de Europa el uso de zapatos que tiene restos de piel de pitón reticulada de Borneo, también cartera, correas, etc, pero también tenemos que pensar que incluso el consumo excesivo de algo tan cotidiano como puede ser el chocolate, debido a que últimamente China, desde el año 2007/08 ha empezado a consumir cantidades importantes de chocolate, igual que nosotros aquí en Europa, resulta que hay empresas, mayoritariamente belgas y francesas, que necesitan mantener los precios del chocolate, y para ello hay zonas de África y de América que sencillamente se cambian, se cambia el bosque y se cambia la zona de caza por terreno agrícola.

Yo en esto te plantearía una pregunta: tú que piensas que es peor para la naturaleza, una bala o una hectaria de brócoli?

Pregunta súper articulada y difícil de contestar ... Ambos llevan a la naturaleza al mismo fin, que es la pérdida de biodiversidad, y nos llevan a la destrucción, y queriendo usar una nueva palabra, que de ahora en adelante usaré ya que también contiene el sentimiento de vacío, nos conduce a la "defaunacion". [Carmelinda Giannone]

9. ¿Qué recomendaría a un novato que quisiera empenzar a estudiar el mundo de rastreo?

Lo más importante es que si alguien tiene inquietudes, se hace preguntas y su curiosidad es amplia, que contacte con algún grupo local como el vuestro, que le indique, más o menos, o que le muestre qué se hace con el rastreo en el siglo XXI, que técnica seguimos para la observación de huellas y su análisis, llegar a conclusiones y luego compartir. El rastreo es muy de compartir. Tú cuando vas con los bosquimanos , y Toni lo sabe que estuvimos juntos con ellos, normalmente van siempre tres boschimanos juntos, y si tú le haces una pregunta a uno te dan una respuesta consensuada. Una sola respuesta consensuada, ellos dialogan para responder a la pregunta y terminan dándote una sola respuesta consensuata. Eso es algo que tenemos que aprender mucho aquí también en Europa. En eso sentido el rastreo no va solo de buscar huella, va de dialogo y de consenso.

10. En tu larga experiencia alrededor del mundo, has tenido la oportunidad de observar muchos animales salvajes, ¿cuál es tu animal favorito y por qué? Mi animal favorido son todos pero el abejaruco me gusta especialmente. El abejaruco nace aquí en Europa, y se alimenta en Africa que es justo lo contrario de lo que sucede con el flujo migratorio actual.

Es una especie de mediador simbólico entre el colorido que hay en África y los recursos que puede haber aquí sobretodo en el verano africano. Europa, concretamente la penisula ibérica est un punto de encuentro entre l’Atlántico y el Mediterraneo entre Europa y Africa. Ese el animal , me gusta por su simbolismo y su belleza, tiene unos colores muy bonitos.

¿Y la huella mas bonita que has visto?

Parece raro pero la huella más bonita que vii fue de un potro que naciò y fueron su primero pasos. Fueron sus tres primeros pasos despues del parto de una yegua en las arena, vi cómo habia parido, se fueron y pude observar al cabo del las 4-5 horas los primeros pasos de un nuevo ser vivo quel lega en nuestro entorno a este planeta que llamamo Tierra pero que yo insisto que tendriamos quel lamar planeta Vida.

1Professor D. José Antonio Valverdeà https://es.wikipedia.org/wiki/José_Antonio_Valverde

2“Senior Tracker” informazioni su Qualified Trackers

3 CyberTracker Conservation

4“Plan de acción de lucha contra el trafico de especies” maggiori informazioni

https://www.eldiario.es/sociedad/trafico-ilegal-especies-defaunacion-arrasar_0_867214046.html

https://www.efeverde.com/noticias/incautados-ejemplares-trafico-animales/

5 Discovery of the oldest evidence of mobility on Earth

6 El bosque habitado - Contra la defaunación. Con José M. Galán - 09/09/18

7 Real Academia Española (RAE)

Featured Posts
Recent Posts
Search By Tags
Follow Us
  • Facebook Black Square
  • Twitter Black Square
  • Google+ Black Square
bottom of page